CERAMICA TIPO BISCOTTO
È un tipo di piastrella molto lucida, di vari colori e vari disegni. Si distingue dal tipo monocottura per il colore nocciola della parte retrostante.
Normalmente usata per pareti, viene talvolta applicata al pavimento. Si chiama biscotto perché è cotta due volte. Assolutamente non porosa rifiuta qualsiasi trattamento di protezione. Mal sopporta l’usura del traffico ed una volta consumata la vetrificazione non resta che sostituirla.
COTTO FIORENTINO
È un impasto di argilla o altre terre ed acqua.
Anticamente veniva usato sia per la costruzione che per la posa di pavimenti in quanto veniva prodotto solo tipo mattone.
In seguito si sono prodotte mattonelle di ogni forma e tipo.
Se prodotto al naturale ha un aspetto molto caldo e delicato ma la superficie è notevolmente porosa.
Se viene smaltato a fuoco o vetrificato la superficie assume un notevole splendore e resiste perfettamente sia allo sporco che al lavaggio.
GRANIGLIA
Graniglia, seminati, palladiano, mosaico
(sono praticamente molto simili e dalle simili caratteristiche).
La graniglia è un conglomerato artificiale realizzata con pezzetti di pietra naturale di varie misure a mezzo di cemento o resine.
Ma per la maggior parte sono realizzati con pezzetti di marmo.
Se il pavimento è realizzato con pietre naturali, non crea problemi di nessun genere, ma se è realizzato con pezzetti marmorei la sua manutenzione richiede le stesse attenzioni riservate al marmo.
In entrambi i casi può essere grezzo (non lucidato) o lucidato.
Nel caso di pavimento grezzo, il detergente anche se moderatamente alcalino o moderatamente acido (secondo i casi) non farà danni ma aiuterà ad ottenere un’ottima pulizia, non farà danno neppure l’uso di un disco della monospazzola o lavasciuga leggermente abrasivo.
Nel caso di pavimenti lucidi, bisognerà usare detergenti neutri e adeguatamente concentrati per ottenere gli stessi risultati.
Evitate l’uso di deceranti od acidi forti che potrebbero intaccare il lucido.
Come pure (sempre per le superfici lucide) evitate l’uso di dischi abrasivi.
Le superfici non lucidate si possono trattare con cere autolucidanti idonee o cristallizzanti. Per l’uso di queste tecniche vi rimandiamo agli articoli che le descrivono alla voce Esecuzione di una cristallizzazione ed alla voce Cere metallizzate autolucidanti.
GRES
È un impasto naturale di argilla, acqua ed indurenti, generalmente rosso bruno, di tipo monocottura. Di norma si trova in piastrelle di 14 x 8 ma viene proposto anche in altre dimensioni. È quasi sempre destinato a pavimentazioni semi industriali (officine, magazzini, garage etc). Nella produzione viene compresso fortemente e successivamente cotto ad oltre 900 gradi.
Il gres non è altro che una versione industriale del cotto con la differenza che è molto meno assorbente ed è anche molto più resistente al grande traffico.
LEGNO
Il legno è un prodotto naturale le cui caratteristiche lo hanno reso ideale per la pavimentazione.
. L’elasticità
. Il buon isolamento termico
. La bellezza delle varietà di disegni e forme
. La confortevole sensazione di calore che dà al suo contatto
Comunemente chiamato “parquet“ (dal Francese) palchetto in Italiano.
Le doghe o tasselli, possono essere ricavate da una infinità di alberi e costituiscono palchetti più o meno pregiati e costosi.
Distingueremo i più usati che sono:
RESINOSI (legno tenero) pino ed abete.
PREGIATI (legno duro) ulivo, noce, quercia, faggio, castagno, ciliegio, che hanno colori più scuri o sono maculati.
ESOTICI (legno extra duro) di colori intensi non comuni e particolari (mogano, mongossi, Tanganika).
Opportunamente intagliato e sagomato si possono creare vere e proprie opere d’arte. Per quanto duro, il legno è per sua natura molto poroso ed assorbente sia dell’acqua che dello sporco, pertanto diventa molto importante proteggere e mantenerne intatta la superficie.
Solitamente si può scegliere tra vetrificazione (che ne aumenta la resistenza all’usura e lo rende impermeabile), e la verniciatura (opaca o lucida) che ne esalta la bellezza.
È comunque un materiale delicato che “soffre” l’acqua e se è protetto vi saranno meno problemi di lavaggio. Se si usano detergenti inadatti alla lunga si può deteriorare la vetrificazione, e molto prima la verniciatura.
È bene usare sempre panni morbidi, BEN strizzati e se usate detergenti, questi devono essere neutri e non lasciare residui.
Abbiamo appurato che il legno è un prodotto molto delicato per cui interverremo in modo da non intaccare la superficie.
PARQUET NUOVO VETRIFICATO:
Se ubicato in luogo di poco passaggio si presume che non sia molto sporco.
In questo caso, dopo aver passato (dipende dalle dimensioni e dalla superficie) o un panno morbido o una radazza in cotone ed aver eliminato la polvere, si immerge un panno morbido in una soluzione di acqua e detergente neutro, SI STRIZZA MOLTO BENE (non deve gocciolare) e si procede alla pulizia.
Se viceversa fosse molto sporco, si dovrà usare un detergente molto buono ma non superiore a pH 10.
PARQUET VERNICIATO NUOVO:
In questo caso la superficie è ancora più delicata in quanto si potrebbe togliere lo strato di vernice sia essa opaca che lucida. Il sistema è identico a quello sopra descritto.
PARQUET VETRIFICATO VECCHIO O ROVINATO:
Qui bisognerà scegliere la linea da seguire.
Se si vuole solo pulirlo, si procede come sopra con meno attenzioni ma ricordando che l’acqua rigonfia il legno per cui il panno va sempre strizzato.
Se si sceglie di farlo vetrificare nuovamente, il compito passa ad aziende specializzate.
Se si vuole, si può passare al trattamento con una cera metallizzata auto lucidante. Una volta deciso per una protezione di questo tipo, prima si interviene con un decerante alcalino per intaccare tutte le parti ancora lucide, successivamente a pavimento asciutto si stende la prima mano di cera, dopo aver atteso almeno 1520 minuti si stende al seconda mano e se è il caso una terza (dipende dalla porosità del pavimento) naturalmente sempre a 1520 minuti una dall’altra.
Lo scrivente ha già effettuato più volte questa operazione con notevole successo.
Con una buona cera metallizzata antiscivolo è stata trattata più volte una palestra di palla a volo ed una pista da ballo.
PARQUET VERNICIATO VECCHIO O ROVINATO:
Due sono le possibilità: o come sopra, oppure un trattamento con cera carnauba naturale rilucidabile. Sanno tutti ormai che questo tipo di cera va stesa pura ed una volta asciutta va lucidata con l’apposita lucidatrice.
MARMO
È una pietra naturale di diverse qualità e colori. Tra i più famosi sono i marmi di Carrara.
Prelevati generalmente in cava , sono usati per il rivestimento di pareti o sui pavimenti.
Sarebbe difficile elencarli tutti. Tutti comunque vengono levigati e lucidati per esaltarne la bellezza.
Quando il trattamento è a “piombo” il pavimento diventa particolarmente resistente e delicato allo stesso tempo. Delicato perché se viene trattato con continuità con detergenti non adatti e troppo alcalini, a lungo andare se ne intacca la vetrificazione.
NON VANNO MAI TRATTATI CON ACIDI ANCHE SE BLANDI
È una superficie simile al vetro e come il vetro va trattata. È consigliabile quindi usare sempre detergenti neutri, a basso residuo (e quindi a bassa concentrazione). Solo se molto, molto sporco si può usare un detergente più concentrato ed a pH controllato.
È sconsigliabile pure usare attrezzi che possono rigarlo.
PVC
Cloruro di polivinile. La preponderanza di PVC sulla carica inerte lo rende molto elastico e resistente all’urto, meno al graffio ed al taglio. È “abbastanza“ simile alla gomma. Si può trovare in quadrotti oppure in fogli di variamente colorati in una tale gamma di variazioni da stupire. Infatti con questo tipo di termoplastico si ha la tendenza ad imitare altri tipi di rivestimento come le piastrelle da parete al rivestimento in pietra.
Tra le diverse tipologie i più comuni sono:
OMOGENEO:
dove la quantità di carica inerte è molto bassa per cui è più morbido ed elastico tanto da essere prodotto anche in rotoli. Ha uno spessore che varia tra i 3 ed i 5 mm, molto adatto al traffico pesante, molto resistente all’usura ed all’urto. Si sporca facilmente e si segna altrettanto facilmente con i tacchi neri.
NO WAX:
Viene prodotto ad alto grado di purezza con l’obbiettivo di evitare la protezione, ma l’usura è’ sempre tale che prima o poi ne è necessaria la protezione.
IMITAZIONI:
Si imita la pietra, il travertino, il marmo con buon successo. Il trattamento è più complesso ma con una buona preparazione ed equipaggiamento si hanno ottimi risultati.
ANTISTATICO:
Alla produzione viene inserito anche del materiale ad alta conducibilità per permettere di “scaricare a terra” le correnti che potrebbero nuocere in ambienti protetti come le camere bianche (sale di elaborazione dati) o come le sale operatorie. In questo caso vengono solitamente usati morsetti metallici collegati ad una messa a terra che facilitano lo scarico dell’elettricità.
ETEREOGENEO:
Viene prodotto molto sottile per il rivestimento di tavoli e poi finito sul pavimento. È poco costoso. Di spessore maggiore è applicato su grandi superfici. Isolante è una versione di spessore più elevato realizzato per assorbire i rumori e viene usato anche a parete. Ne viene prodotto anche uno su base feltro per l’isolamento termico.
LAVORI ESEGUIBILI:
SCOPATURA: Aspiratore o scopa a frangia con garza e prodotto elettrostatico.
LAVAGGIO: Lavaggio con detergente medio (pH 9 ca).
DECERATURA: Usare un decerante alcalino forte provando prima che non tolga il colore.
PROTEZIONE: Con cera metallizzata auto lucidante monomano o con due mani incrociate.
MANUTENZIONE: Con detergente neutro.
LINOLEUM:
È un composto di polvere di sughero tenuto insieme dalla linoleina da cui prende il nome, spalmata, calandrata, ed essiccata su un supporto in juta, che lo contraddistingue ad esempio dalla gomma.
Si può trovare in tinta unita o variegata, in mattonelle quadrate ed anche in rotolo.
A contatto con un decerante forte può cambiare colore. Con l’uso continuato di detergenti non adatti o di candeggina (ipoclorito) si indurisce e diventa friabile.
Tra i termoplastici è il più vecchio e di solito è prodotto in tinta unita (rosso, grigioverde) oppure striato. Ha uno spessore medio che varia tra i 2 ed i 5 mm. Ha un buon isolamento termico e fonico.
La linoleina ha inoltre un buon potere batteriostatico tanto da essere preferito per i pavimenti delle sale operatorie.
Come già annunciato soffre molto i prodotti alcalini (il decerante puro ad esempio) ma resiste molto bene ai solventi.
Sarà bene non eccedere con entrambi soprattutto quando è posato in mattonelle; in questo caso, sia il solvente che il decerante, potrebbero filtrare dalla righe di unione delle piastrelle e tendere a sollevarle.
LAVORI ESEGUIBILI:
SCOPATURA: Aspiratore o scopa a frangia con garza e prodotto elettrostatico.
LAVAGGIO: Lavaggio con detergente medio (pH 9 ca).
DECERATURA: Usare un decerante alcalino forte provando prima che non tolga colore.
PROTEZIONE: Con cera metallizzata auto lucidante monomano o con due mani incrociate.
MANUTENZIONE: Con detergente neutro.
MONOCOTTURA
È un impasto di terre particolari, normalmente argilla, acqua ed additivi particolari, trattato in superficie con silice e colorato a tinta unita e cotto in forno.
Possono venire prodotte sia quadrate che rettangolari anche piuttosto grandi e si distinguono per il retro di colore bruno. Sono di aspetto serico (semi vetrificate).
La superficie anche se compatta consente l’eventuale protezione.
IL GRANITO
È senz’altro una delle pietre più dure destinate alla pavimentazione.
È una pietra naturale che va trattata con particolare attenzione in quanto poco porosa ed estremamente dura.
Di norma viene posata in lastroni rettangolari e quasi sempre viene levigata ad acido oppure a piombo.
Sino a quando la superficie rimane lucida, è sufficiente lavarla con un detergente neutro in modo da non intaccarne la brillantezza.
Quando la superficie ha perso la sua iniziale lucidità bisogna decidere se:
provvedere ad una nuova lucidatura a piombo, oppure intaccare in modo uniforme la superficie per ripristinarla con un trattamento di cere metallizzate auto lucidanti ed anti scivolo.
Normalmente è un’operazione che viene sconsigliata in quanto la cera metallizzata non aderirebbe ed il pavimento diventerebbe scivoloso, ma, se il pavimento viene opacizzato nel modo giusto, e qui si può scegliere tra: (un detergente fortemente alcalino) oppure (con un acido blando), la ceratura terrebbe più che bene e non sarebbe più scivolosa di quando era levigato a piombo.
Sono in ogni modo pavimenti scivolosi soprattutto quando sono bagnati.
Viene data in alternativa anche la cera naturale che se ben lucidata rende anch’essa il pavimento scivoloso.
Appartiene alla famiglia delle rocce magmatiche e sono di colore chiaro con sfumature dal bianco al grigio chiaro.
Ne esistono pure varietà di colore rosa e rosso.
In genere il colore del granito è stabile nel tempo.
Nell’arco alpino italiano vi sono una serie discontinua di masse granitiche per cui se ne trovano in molte zone come ad esempio a: Bressanone, a Baveno, sul monte Croce, in Calabria, in Sardegna, in Toscana ed in molte altre zone.
È una pietra naturale poco porosa ed estremamente dura.
Viene normalmente finita con la lucidatura o cristallizzazione.
Non è trattabile con cere rilucidabili.
KLINKER
È assimilabile al gres anche se notoriamente più resistente.
È una miscela di argille pregiate. L’elevata temperatura di cottura (1200 1250 gradi °c) e la durata della cottura conferiscono alle piastrelle la massima resistenza all’usura ed alla pressione.
Ha una scarsissima porosità, resiste molto bene al gelo ed agli sbalzi termici.
È usato in locali alimentari per la facilità di pulizia.
Se liscio ha una certa scivolosità ma se striato ha un buon effetto antiscivolo.
I klinker più pregiati vengono trattati in fase di smaltatura con uno strato di
corindone granellare per ottenere una superficie antisdrucciolo.
Per avere il massimo grado antiscivolo si produce zigrinato a piramide, la cavità compresa tra la superficie calpestabile ed il fondo del rivestimento consente il deflusso rapido dei liquidi senza creare l’effetto “acqua planning”.
È resistente agli acidi ed ai prodotti alcalini.
MOQUETTE
I tipi di fibre che possiamo prendere in considerazione in quanto più usate sono:
ACRILICA
(fibra artificiale), offre una particolare chiarezza di colori ed è quella che più assomiglia alla lana e che meglio di questa si presta alla realizzazione di disegni.
NAYLON
(fibra artificiale), il suo elemento più interessante è la versatilità ma il suo aspetto più negativo è che si sporca facilmente e rapidamente.
OLEFINICA
(fibra artificiale), è senz’altro la più idonea per l’uso intenso ed industriale.
Resiste bene allo sporco, alla muffa, alle tarme, all’abrasione ed ha un basso accumulo di elettricità statica. Il maggiore difetto sta in un basso punto di fusione per cui e sufficiente strisciare con forza un oggetto rigido che le fibre si fondono con l’attrito.
LANA
(fibra naturale), è una fibra naturale animale e varia nel tipo e nella lunghezza in dipendenza della varietà di pecore fornitrici. È una moquette di qualità, lusso e prestigio. La lana si sporca lentamente ma non è facile da pulire come le fibre artificiali.
Qualunque tipo di rivestimento tessile è formato dalla base a cui è ancorato, la trama ed il pelo. La base può essere in juta, su juta e pvc, su juta spalmata, su schiuma di gomma. I più comuni tipi di pelo sono: velluto, velluto lungo o shag, bouclè, a riccio, ondulato, moquette (quando il pelo è più alto di 5 mm.), feltro agugliato ed agugliato verticale, feltro.
La posa può essere libera (semplicemente appoggiata), in tensione (ancorata al battiscopa in legno),
applicata con bi-adesivo (ancorata con nastro adesivo ), incollata (mediante apposita colla).
È molto importante imparare a riconoscere la fibra, e tra tutte la più importante è la lana che riconosceremo bruciandone un filo (avremo il classico odore di “corno bruciato “).
La lana sopporta bene “qualunque intervento sensato di pulizia“ ma essendo un prodotto pregiato, normalmente viene montata su supporto in juta che ha la particolarità di restringersi. Va da se che bisognerà bagnare con moderazione.
Attenzione anche alle fibre artificiali, (cellulosa rigenerata mista a fibra sintetica), alla stessa prova odorano di carta bruciata. In questo caso attenti a non bagnare troppo in quanto questo tipo di rivestimento assorbe moltissima umidità ed occorrerà molto tempo per l’asciugatura. Stesso discorso sia su base di schiuma di gomma o se sotto la moquette è stato posto del feltro.
Vi abbiamo consigliato di evitare i danni che può causare l’acqua, ora attenti anche alla moquette solo posata o tesa in quanto potrebbe fare delle gobbe se viene aspirata con troppa violenza oppure se viene affrontata con un disco e macchina lava moquettes non adatti.
MARMO VETRIFICATO
È una pietra naturale di diverse qualità e colori. Tra i più famosi sono i marmi di Carrara.
Prelevati generalmente in cava, sono usati per il rivestimento di pareti o sui pavimenti.
Sarebbe difficile elencarli tutti. Tutti comunque vengono levigati e lucidati per esaltarne la bellezza.
Quando il trattamento è a “piombo” il pavimento diventa particolarmente resistente e delicato allo stesso tempo. Delicato perché se viene trattato con continuità con detergenti non adatti e troppo alcalini, a lungo andare se ne intacca la vetrificazione.
NON VANNO MAI TRATTATI CON ACIDI ANCHE SE BLANDI.
È una superficie simile al vetro e come il vetro va trattata. È consigliabile quindi usare sempre detergenti neutri, a basso residuo (e quindi a bassa concentrazione). Solo se molto, molto sporco si può usare un detergente più concentrato ed a pH controllato.
È sconsigliabile pure usare attrezzi che possono rigarlo.
Lavori eseguibili secondo necessità:
SCOPATURA: usare un aspiratore o scopa a frangia, garza prodotto elettrostatico o panni impregnati.
LAVAGGIO LEGGERO: usare un detergente neutro (pH 7 8) a bassa concentrazione (attivo 6% ca).
RISCIACQUO: se disponibile usare l’aspira liquidi perché evita il risciacquo altrimenti risciacquare.
LAVAGGIO DI FONDO: SPORCO MEDIO ALTO
Lavare con un detergente a pH controllato (pH 9,5 10) diluito max al 10% Attivo (1012%).
RISCIACQUO
Idem come lavaggio leggero.
PROTEZIONE: se la vetrificazione è in buono stato, non è necessaria ed è sconsigliata in quanto la cera
comune renderebbe il pavimento scivoloso. La cera
auto lucidante non aderirebbe al pavimento.
ATTREZZI MANUALI: carrello doppio e mop, (ev. 2 secchi, uno per l’acqua pulita ed il detergente ed uno per il risciacquo), strofinaccio, scope a frange, garze,
panni impregnati.
MACCHINE: monospazzola, aspira liquidi, lava asciuga, disco bianco.
PAVIMENTI IN RESINA
La moderna tecnologia chimica ci mette a disposizione vari tipi di resine sintetiche quali le epossidiche, le poliuretaniche, le poliesteriche e le metacriliche.
Da 20 anni ormai sono presenti sul mercato rivestimenti resinosi per pavimentazioni prevalentemente industriali.
Sono costituiti da un legante, da additivi e da pigmenti colorati che ne esaltano l’aspetto estetico.
Mentre per i tradizionali pavimenti in cemento l’indurimento avviene per idratazione del legante, nei pavimenti in resina, questa indurisce per reazione chimica della base con l’indurente.
Questi tipi di pavimento hanno numerosi vantaggi quali:
Maggiore resistenza all’usura.
Assenza di spolveramento e quindi maggiore igiene.
Potere impermeabilizzante.
Aspetto estetico gradevolissimo (molti colori).
Tempi di indurimento estremamente ridotti (2 ore).
Secondo lo spessore che si vuole ottenere si possono fare diversi tipi di protezione poiché il pavimento si può impregnare, oppure vi si può creare un film sottile, oppure si può ottenere una pavimentazione autolivellante (anche più mm).
Sono ottimi per il ripristino di vecchie pavimentazioni. Infatti le industrie alimentari, tipografiche, officine meccaniche di precisione etc, li usano per le garanzie di pulizia ed igiene che danno.
La pulizia quindi di questo tipo di pavimentazione non pone problemi di nessun genere in quanto resistono perfettamente sia a prodotti fortemente alcalini che acidi.
La totale monolicità, ovvero l’assenza di giunti (si possono fare al completo anche 1000 mq ed oltre) consentono una completa pulizia e disinfezione della superficie.
Le superfici vengono rifinite con trattamenti antiusura per cui è possibile il lavaggio anche con macchine lavapavimenti o macchine idropulitrici ad alta pressione.
GOMMA TIPO BULLONATO
È un rivestimento di gomma sintetica, che presenta in superficie delle pastiglie o bulloni più o meno in rilievo o più o meno fitti.
Generalmente si trova in quadrotti diversamente colorati, più frequentemente neri.
È molto usata in ambienti di grandissimo traffico per la sua buona resistenza, elasticità ed isolamento acustico. In una stazione ferroviaria o metropolitana il rumore dei passi sarebbe insopportabile per che vi sosta.
I bulloni sono stati inseriti per evitare la scivolosità della gomma liscia, soprattutto quando è bagnata. Si trova anche in “scanalato “ che sono semplicemente righe parallele.
Il “Bucciardato“ (prende il nome dall’aspetto della buccia d’arancia) che essendo molto porosa, richiede subito il trattamento protettivo.
Per renderla più gradevole esteticamente, spesso viene posata lucida; ciò rende difficoltosa l’adesione di cere e protettori (spesso per ottenerne il lucido viene usato silicone).
La difficoltà della pulizia deriva dalle sedimentazioni biancastre attorno ai bulloni , dovute alle sedimentazioni ed anche ai sali di calcio dell’acqua.
Teme i prodotti fortemente alcalini ( quelli ad alto contenuto di soda ) la candeggina ( ipoclorito ) che la induriscono , ed i prodotti con alto contenuto di solventi che la sciolgono rendendola appiccicosa .